Giuseppe Scaliati
DOVE VA LA LEGA NORD
Radici ed evoluzione politica di un movimento populista
pp. 128 EUR 7,00
Il libro analizza la parabola politico-ideologica della Lega Nord, che
alle origini si caratterizzava essenzialmente come un partito populista
e di protesta contro la pressione fiscale, contro lo Stato centralista
e assistenzialista nei confronti del meridione dell'Italia a scapito
del Nord produttivo. L'obiettivo - che il partito di Umberto Bossi si
pone - è quello di dividere l'Italia in tre grandi regioni: Nord,
Centro e Sud, in base alle presunte differenze, persino biologiche,
delle genti che abitano queste zone della penisola italiana.
Alle
consultazioni politiche per il rinnovo del Parlamento italiano, il 5
aprile del 1992, la Lega Nord ottiene, dopo quello delle amministrative
del 1990, un altro risultato eccezionale: raggiunge circa il 9% dei
consensi, oltre tre milioni di voti a livello nazionale ed in molte
realtà locali del Nord il partito di Bossi diviene partito di
maggioranza relativa. A questo punto, la forza dirompente elettorale
della Lega Nord viene sfruttata, alle elezioni politiche anticipate del
27 marzo 1994, con grande abilità dall'"uomo della provvidenza" della
politica italiana, Silvio Berlusconi che offre alla Lega Nord
un'opportunità inaspettata: formare un'alleanza nel Centro-Nord per
puntare al governo dell'Italia.
Dopo la vittoria alla competizione
elettorale, la Lega Nord si ritrova ben presto ai margini del governo
ed oltretutto comincia a perdere deputati e militanti attratti dal
magnate delle televisioni. La rottura a questo punto pare inevitabile
per salvare il movimento: nel dicembre 1994 il "senatur" fa cadere il
governo. Da questo momento in poi, per sei anni, Bossi e Berlusconi
saranno nemici giurati. Inoltre, d'ora in avanti la Lega Nord per
recuperare consensi prende la strada dell'indipendentismo e della
secessione, lanciando il fantomatico progetto della "Repubblica del
Nord". Sarà un susseguirsi di rituali di massa, iniziative simboliche e
propagandistiche dirette a far assimilare ai propri militanti e
simpatizzanti l'idea di "Padania", una vera e propria invenzione della
tradizione. Faranno seguito rituali e riproduzioni delle istituzioni di
un vero e proprio Stato: Governo, voto popolare, Parlamento e
Costituzione. La svolta indipendentista porta il Carroccio, nel 1996,
ad ottenere il suo massimo storico: il 10.4% dei consensi. Ma è una
vittoria a metà, poiché per soli sette parlamentari, il partito di
Bossi non riesce a porsi come ago della bilancia tra i due Poli.
Dopo
la vittoria dimezzata il "senatur", ammainata la bandiera della
secessione e dell'indipendentismo, vede nell'unica via percorribile
quella della "devolution", ossia che i poteri dello Stato devono essere
"consegnati" dal centro alla periferia per via istituzionale. Per fare
ciò però, bisogna ritornare al governo, quindi, riprendono i contatti
con Berlusconi, ma inizia nello stesso tempo, un graduale avvicinamento
ideologico verso le tematiche proprie della destra radicale europea.
Cominciano così le iniziative comuni con numerose forze dell'estrema
destra italiana ed europea per combattere un nemico comune che minaccia
l'identità dei popoli: l'immigrato extracomunitario.
Dal congresso
del 1998 il partito della Lega Nord assume tutti i connotati di un
classico e moderno partito di estrema destra: xenofobo, islamofobico,
omofobico, antieuropeista e in molte occasioni espressamente razzista e
fascista, nonostante il fatto il Carroccio si fosse sempre proclamato
antifascista, soprattutto perché per la Lega Nord il fascismo
rappresenta il centralismo "romanocentrico". Del resto, anche altri
partiti della destra radicale in Europa, in particolare quelli
scandinavi, non hanno parentele con il fascismo, essendo nati come
movimenti per la protesta antitasse (proprio come la Lega Nord alle
origini) negli anni '70-'80 e sono poi giunti a sostenere la xenofobia
solo negli anni '90, proprio come quello leghista. Questo perché negli
ultimi anni l'estrema destra in generale ha proceduto ad una revisione
ideologica strategica, mettendo al centro del proprio progetto la
difesa della comunità naturale dalle presenze straniere. Si è fatta
avanti così l'idea di una "Europa delle Regioni", una "Europa dei
popoli", la "piccola patria", basata rigorosamente sul federalismo
etnico.
Il ritorno al Governo grazie alla nuova intesa con
Berlusconi non ferma la deriva verso destra della Lega Nord, che
nonostante l'uscita di scena per motivi di salute di Bossi, punta tutto
sulla "devolution", la lotta all'Islam e la difesa della famiglia. In
quanto, sostiene l'entourage leghista, che per la difesa della
"identità dei popoli" è necessario combattere non solo l'immigrato
islamico, ma anche gli omosessuali i quali minano alla base della
"famiglia tradizionale" e cristiana.
Dunque, la virata a destra
della Lega Nord produce anche una vera e propria "cristianizzazione"
del movimento, nonostante esso quando apparve sulla scena politica si
caratterizzava soprattutto per i riti ed i riferimenti pagani.
Quindi,
alla protesta per le tasse, all'antimeridionalismo, alla lotta della
partitocrazia, si sono sostituiti nell'arco di un decennio xenofobia,
islamofobia, omofobia, ma soprattutto - grazie alla rinata intesa con
Berlusconi - la Lega Nord ha più volte tenuto scacco al Governo facendo
approvare leggi, come la Bossi-Fini e la Devolution, fino a qualche
tempo prima davvero impensabili ed improponibili.
[Febbraio 2006]
Segnalazioni e recensioni
Segnalato su:
http://www.germinalonline.org/g100/comunicati-e-recensioni.htm#SCALIATI
http://isole.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un02/art4041.html
http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=413
http://www.vorrei.org/persone/51-persone/191-scaliati-da-dove-viene-e-dove-va-la-lega-nord.html
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un02/art4041.html
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