AA. VV.
PIEGARSI VUOL DIRE MENTIRE
Germania: la resistenza libertaria al nazismo
pp. 96 EUR 7,00
Nel gennaio 1933, Hitler, dopo aver vinto le elezioni, diventa Cancelliere. Cinque giorni più tardi le libertà di stampa e di associazione sono soppresse. Il 10 luglio dello stesso anno l'anarchico Erich Mühsam viene impiccato dalle SS nel campo di concentramento di Oranienburg. Questo opuscolo testimonia della resistenza dei libertari e degli anarcosindacalisti tedeschi contro il nazismo, della dura repressione che subirono, del sostegno che riuscirono comunque a dare alla rivoluzione spagnola. Rinchiusi nei campi di concentramento, assassinati, perseguitati, la loro lotta non ebbe fortuna; per lungo tempo venne persino dimenticata. Oggi, la loro testimonianza viene finalmente pubblicata, per la prima volta, in italiano.
[Febbraio 2005]
Segnalazioni e recensioni
Da "Germinal" - giornale anarchico e libertario di Trieste, Friuli, Veneto, ecc.
Non perdonate / nè a servi nè a padroni!
Erich Musham
Anche in Germania, così come in Italia, il fascismo hitleriano
incontrò una forte resistenza da parte del movimento operaio in
tutte le sue componenti; una resistenza che combatté
strenuamente le squadre in camicia bruna e nera, prima di essere
pressoché annientata. La storia ufficiale però, nel
migliore dei casi, è solita attribuire tale opposizione
antinazista esclusivamente ai comunisti filosovietici, ai
socialdemocratici e ad alcuni gruppi cristiani, mentre invece sono
normalmente sottaciute le pur consistenti presenze della sinistra
comunista non stalinista e dell'anarcosindacalismo.
L'anarcosindacalismo tedesco, nel '32 prima di entrare nella
clandestinità, contava ancora 7.000 iscritti alla FAUD (Freie
Arbeiter Union Deutschlands), aderente, come la CNT spagnola e l'USI
italiana, alla AIT - l'Associazione Internazionale dei Lavoratori. Nel
1922 la FAUD aveva avuto 120.000 iscritti e, all'apice del suo
sviluppo, addirittura 200.000; il suo giornale Der Syndacalist era
giunto ad avere una tiratura di centomila copie; eppure è
incredibilmente difficile persino trovarla menzionata nei libri che
ricostruiscono storicamente gli eventi di quel periodo. Così
come è difficile trovare tracce dell'organizzazione specifica
FKAD (Föderation Kommunisticher Anarchisten Deutschlands), oppure
degli anarchici che presero parte all'insurrezione spartachista e al
movimento dei consigli. Secondo studi recenti, i nazisti e i loro
alleati sterminarono oltre 130.000 cittadini tedeschi, dei quali almeno
16.000 condannati a morte dai tribunali penali civili e quindi
ghigliottinati o impiccati in circa cinquanta luoghi d'esecuzione. In
Germania i primi campi di concentramento comparvero non appena i
nazionalsocialisti e Hitler presero il potere e, al fine di "rieducare
i tedeschi antinazisti", vi furono internati migliaia di comunisti,
socialdemocratici, sindacalisti e anarchici. Il lager di Dachau fu il
primo campo di concentramento, aperto dal nazismo nel '33 neanche 60
giorni dopo l'ascesa al potere di Hitler, destinato proprio a segregare
circa 5.000 detenuti politici tedeschi antinazisti, quindi fu esteso
enormemente durante la guerra. Nei giorni immediatamente precedenti la
liberazione (fine aprile 1945) arrivò a "contenere" (compresi i
circa 30 sottocampi) oltre 67.000 deportati: politici di diversa
nazionalità, ebrei, omosessuali, delinquenti comuni, Testimoni
di Geova e moltissimi prigionieri di guerra, soprattutto sovietici.
Complessivamente, vi transitarono circa 200.000 persone, tra le quali
almeno 31.591 italiani di cui è nota l'identità, tra i
quali anche numerosi ex-combattenti della guerra di Spagna nelle
brigate internazionali o nelle "colonne" della CNT-FAI. Anche se non se
ne conosce il numero esatto, furono tantissimi gli anarchici, gli
anarcosindacalisti e i rivoluzionari libertari tedeschi che conobbero,
per primi, questo incubo, classificati sia con il Triangolo Rosso degli
oppositori politici ma sovente anche col Triangolo Nero degli asociali,
la categoria creata dai nazisti che raccoglieva "renitenti al lavoro",
"disfattisti" e "sabotatori dell'economia nazionale", oltre a
senza-dimora, lesbiche ed alcolisti. Per la prima volta in Italia,
finalmente, è uscito un libro che cerca di gettare uno sprazzo
di luce su questa terribile pagina di storia per troppo tempo in ombra.
Il libro, edito da Zero in Condotta, offre ai lettori una raccolta di
interventi, testimonianze e studi che permettono almeno di avere
un'idea dell'anarchismo tedesco di fronte alla più feroce
controrivoluzione. Emblematicamente, il titolo del libro riprende un
verso di una poesia di Erich Muhsam, artista rivoluzionario e militante
anarchico, assassinato dalle SS nel campo di Oranienburg nel '34 per
aver mantenuto, fino all'estremo, la sua rivolta contro l'infamia
nazista.
*emmerre*
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