Marco Rossi
CAPACI DI INTENDERE E DI VOLERE
La detenzione in manicomio degli oppositori al fascismo
Prefazione di Luigi Balsamini
pp. 92 [ESAURITO]
ISBN 978-88-95950-37-2
Consultando i fascicoli del Casellario politico centrale (Cpc) in
cui sono archiviati i dati e i documenti relativi ai presunti
sovversivi ed antifascisti incorsi nella repressione poliziesca e
giudiziaria, salta agli occhi una ricorrente evidenza: centinaia di
donne e uomini, "schedati" per le loro idee e il loro agire in
contrasto con l'ordine costituito, sono stati privati della
libertà, non solo in carcere o al confino, ma dentro strutture
manicomiali.
In Italia il sistematico utilizzo del manicomio per reprimere,
silenziosamente, gli oppositori e i fuori-norma era stato teorizzato
nell'Ottocento dal criminologo riformista Cesare Lombroso e applicato
dallo Stato liberale contro il nascente movimento operaio e contadino.
Durante il regime fascista la detenzione manicomiale venne praticata
con logica totalitaria e disumana, nel tentativo di annientare le vite
e le intelligenze non sottomesse, rinchiudendo e torturando i corpi
delle persone libere nei lager della follia; poco importa se le loro
r/esistenze durarono pochi giorni o un ventennio: tutte meritano
d'essere degnamente considerate e tenute presenti come parte della
rivolta contro l'insana normalità di ogni potere bio-politico.
[gennaio 2014]
Segnalazioni e recensioni
Recensione su aspettando il caffé.
Recensione di Renato Foschi su "il Manifesto" del 12/02/2014.
Recensione di A. Pagliaro su "A-Rivista".
Recensione di Maria Mantello su "L'Incontro", marzo 2014.
Recensione di G. Vagnarelli sul n.19 di "Umanità Nova", giugno 2014.
Recensione di G. Bigi sul sito dell'ANPI.
Recensione di R. Foschi su Vento Largo
per problemi relativi a queste pagine: web-zic@zeroincondotta.org