Tomaso Marabini, Giorgio Sacchetti, Roberto Zani
ATTILIO SASSI detto BESTIONE
Autobiografia di un sindacalista libertario
pp.236 [con CD allegato][ESAURITO]
ISBN 978-88-95950-03-7
Attilio Sassi (1876-1957), anarchico e prestigioso dirigente
sindacale dei minatori in Valdarno, prima con l'USI poi con la CGIL,
racconta la sua vita e nel racconto vicende sociali collettive davvero
epiche si intrecciano con altre a dimensione microstorica.
All'autobiografia commentata si aggiungono poi saggi storici e schede,
supportate da innumerevoli strumenti di conoscenza: fonti orali,
interviste, verbali di riunione, carte di famiglia e documenti
provenienti da vari archivi pubblici e privati. Nel CD allegato
è contenuta la trascrizione degli interventi del nostro nei
Comitati direttivi della CGIL dal 1945 al 1954. La preziosa
documentazione evidenzia le battaglie di minoranza e il ruolo di Sassi,
insieme agli intendimenti della storica corrente classista e
libertaria, fautrice dell'autonomia del movimento operaio, in una fase
intensa della vita politica sociale italiana. Un album fotografico
completa l'opera.
[Novembre 2008]
Segnalazioni e recensioni
da: Cenerentola n.110 (Febbraio 2009)
E' appena uscito, edito da “Zero in condotta” il libro “Attilio Sassi
detto Bestione. Autobiografia di un sindacalista libertario
(1876-1957)”, di Tomaso Marabini, Giorgio Sacchetti e Roberto Zani.
E' molto bello.
Certo, come si suol dire, “ci vuole l'amatore”. Non tutti muoiono dalla
voglia di leggere le pagine scritte di proprio pugno, in un italiano
piuttosto incerto, dall'anziano sindacalista anarchico (che le
consegnò a Gaetano e Giovanna Gervasio dicendo: “Datele da
pubblicare, quando non ci sarò più, a compagni sicuri”).
E non tutti avranno la pazienza di leggere le settanta note attraverso
le quali i curatori completano il racconto. Ma l'emozione di
apprendere direttamente da un protagonista come nacque il movimento
socialista (del quale il padre di Attilio fu uno dei primi militanti),
quali lotte dovettero portare avanti i primi sindacalisti, quali
sacrifici dovettero fare, è enorme. Sassi racconta poi la sua
esperienza di emigrante in Brasile, ed il suo scritto ci fa capire
molto di cosa pensavano e come agivano questi pionieri (del socialismo
e non solo di quello), il suo ritorno in Italia, la nascita dell'Unione
Sindacale Italiana (della quale fu militante di spicco), la
penetrazione dell'interventismo all'interno della sinistra. Poi, il
primo dopoguerra; le lotte dei minatori del Valdarno che, sotto la sua
guida, e contemporaneamente ai cavatori di Carrara, ottennero la
giornata lavorativa di sei ore e mezza; i fatti insurrezionali per i
quali fu condannato a sedici anni di carcere.
Ma l'autobiografia del nostro è solo una piccola parte del
libro. Ad essa segue un saggio di Marabini e Zani su “Attilio Sassi e
l'Emilia-Romagna. Giovinezza, attivismo, partenze e ritorni (1876
-1917)”. Si tratta di un lavoro accurato, nel quale gli autori
riscrivono, praticamente, la stessa storia narrata dal sindacalista,
ricostruendone anche il contesto (o, meglio, i contesti), sulla base di
un'impressionante mole di documenti: un saggio da far invidia a molti
docenti universitari, e una miniera (dato l'argomento, è il caso
di dirlo) di spunti per studi successivi.
Vi è poi un'interessante intervista a Edera Sassi e Cesare
Cremonini, rispettivamente figlia e nipote di Attilio e, a conclusione
del volume, una selezione delle poesie da lui scritte fra gli anni
Venti e gli anni Cinquanta. Bruttine, per la verità, ma
estremamente utili per comprendere il personaggio. Particolarmente
commovente quella con cui, nel 1922, “dalle carceri delle Murate
di Firenze”, esorta i figli a studiare per dotarsi di quegli strumenti
culturali che a lui la sorte aveva negato; particolarmente
significativa quella in cui, nel 1953, quando era segretario nazionale
di minatori e cavatori in una CGIL dominata dagli stalinisti, si
scaglia contro ogni dittatura, comprese quelle sedicenti “del
proletariato”.
Non è ancora finita: nel CD allegato al libro è contenuta
la trascrizione degli interventi di Attilio Sassi nei Comitati
Direttivi della CGIL, dal 1945 al 1954 (reperiti presso l'Archivio
storico nazionale della CGIL). La preziosa documentazione, supportata
da note esplicative e di commento redatte da Giorgio Sacchetti,
evidenzia le battaglie di minoranza e il ruolo di dirigente di Sassi,
insieme agli intendimenti della storica corrente classista e
libertaria, fautrice dell'autonomia del movimento operaio.
Praticamente, un altro libro allegato al libro.
In casi come questo, di solito, il recensore, per levarsi d'impaccio,
si limita a dire che il testo “meriterebbe una recensione a parte”:
effettivamente la merita, e non mancherò di scriverla, in un
prossimo numero di Cenerentola.
Luciano Nicolini
Il mensile dello SPI-CGIL dell'Emilia Romagna ha segnalato il libro, a pagina 19 del numero di maggio 2009:
http://www.spier.it/imgup/ArgentoVivo_maggio%20web.pdf
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