AA. VV.
IGIENE MENTALE E LIBERO PENSIERO
Sul controllo sociale della psichiatria
pp.98 [ESAURITO]
Questo libro raccoglie parte del materiale presentato a Rimini
il 12, 13, 14 Maggio 2006 durante il convegno intitolato
"Libertaria-Mente: Igiene mentale? Libero pensiero! ", organizzato da
Zona temporaneamente libertaria
I convenuti hanno voluto affrontare il problema dei soprusi, del
controllo sociale della psichiatria sia nelle istituzioni totali che
nella metamorfosi in cui le osserviamo dilagare. Persone diverse per
idee e vissuto, hanno diffuso in questa occasione la medesima luce di
rifiuto dell'autorità e della gerarchia medica, psichiatrica
e educativa: l'autorità e il "contenimento" non sono la
soluzione dei problemi relazionali, ma solo soluzioni della gestione
del controllo del potere. Un potere e un governo della
società che è troppo spesso avverso all'essere
umano e alle sue pulsioni vitali, troppo infine nemico dell'intero
genere umano; un potere che sta pregiudicando l'esistenza di tutti gli
esseri viventi. La volontà che sta dietro a questo libro
è quella di dare strumenti e dibattito per altri auspicabili
sentieri circolari che nel loro percorso verso orizzonti di libero
pensiero diano già altro movimento, alternative e
possibilità concrete e liberatorie da subito: "qui e ora".
[Ottobre 2007]
Segnalazioni e recensioni
IGIENE MENTALE E LIBERO PENSIERO
Il convegno sullo stesso tema, svoltosi a Rimini, viene qui riprodotto
quasi integralmente. Interventi diversi, di un sociologo e antropologo,
che però ebbe anche esperienze sul campo(a Stoccolma, ospedale
psichiatrico di Beckomberga, inizio anni Ottanta), Stefano Lucchi, un
sociologo dell'handicap dell'università di Ferrara, Stefano
Trunfio, il presidente dell'OISM, Osservatorio Italiano sulla Salute
Mentale, Sabatino Catapano, poeta, testimone, in quanto a suo tempo
cliente degli Ospedali psichiatrici giudiziari, Giorgio Antonucci,
"storico" antipsichiatra toscano e psicoanalista formatosi con
Roberto Assagioli, (fondatore della psicosintesi), che collaborò
con Basaglia a Gorizia, poi attivo a Reggio Emilia e Imola, la
psicologa Maria Rosaria D'Oronzo, a suo tempo tiriocinante con
Antonucci, Ugo Gobbi, pediatra del Centro Educativo Italo Svizzero,
riminese, attivo per anni e purtroppo recentemente scomparso, un'altra
testimone come Daria Mariotti, poetessa, laureata in estetica, anche
vittima dei soprusi psichiatrici, Sandro Cappannini, responsabile dei
gruppi di auto-aiuto, Andrea Papi, educatore, pedagogista, scrittore
che applica il discorso antipsichiatrico alla pedagogia. Il libro
è chiaramente orientato, a tesi, se vogliamo, schierata
contro il "rétour à l'ordre" psichiatrico,
rappresentato da Cassano e in parte da Jervis, che si batte contro la
legge 180 (impropriamente detta legge Basaglia, pur se Basaglia ne fu
in qualche modo l'artefice, nel senso del compromesso raggiunto) e
addirittura per il ritorno alla terapia
elttroconvulsivante-elettroshock; il convegno-ora libro-, al contrario,
ritiene la legge 180, di cui pure non propone l'abolizione, troppo
soft. La psichiatria, identificata con il pregiudizio scientista, viene
considerata come l'opposto della libertà, ma anche come
destituita da ogni fondamento scientifico. segnatamente medico-organico
(Foucault e Thomas Szasz, di queste tesi, erano stati i brillanti
battistrada, oltre all'antipsichiatria di Laing, Cooper e ovviamente
Basaglia). Antonucci ne porta vari esempi oltremodo probanti,
insistendo invece sulla necessità di rimotivare chi manifesta
una condizione di disagio, inserendolo in gruppi di auto-aiuto,
comunque in una realtà comunitaria, accogliente, positiva,
liberante. Sono questioni in cui non si raggiungerà mai
(ritengo) una concordanza di vedute, essendoci una cesura netta tra la
psichiatria "di scuola"e questa antipsichiatria che nega di per
sé la malattia mentale, ma è indubbio che in un clima di
indubbia controriforma psichiatrica, forse anche culturale nel senso
più ampio, interventi come questo non possano venire trascurati,
inserendosi in una battaglia culturale per la giustizia e la
libertà, che però sa anche di avere solide basi
empiriche. Che poi, per es., nella querelle sul Ritalin dato ai minori
affetti da ADHD (la sindrome diagnosticata ormai internazionalmente, ma
che taluni negano, che tende all'iperattività ma anche alla
disattenzione-in realtà ve ne sarebbero almeno tre forme) si
possa dissentire in merito a soluzioni specifiche, è altra cosa,
ma che ormai, sull'onda di quanto successo negli States, vi sia la
tendenza eccessiva a"sedare"bambini e ragazzi è un fatto
accertato. Uno di quei piccoli libri, nati come s'è detto, che
dovrebbero trovar posto nelle biblioteche di ogni centro, di ogni
clinica, di ogni persona che si occupi, anche solo"alla lontana"di tali
problematiche.
Eugen Galasso
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